Cronache di una quarantena. Day 1. Presa di coscienza
Nella vita non sono mai stata coraggiosa. Ai film horror e ai thriller ho sempre preferito saghe d’amore e grandi classici. Inoltre sono sempre stata molto ligia alle regole, puntuale nelle consegne e regolare nella mia quotidianità. Storica dell’arte fino alle 16 e poi mamma, tra attività, compiti e giochi. Un equilibrio che mi sembrava perfetto.
E poi è arrivato il Coronavirus e con lui le paure, le ansie e lo stravolgimento totale di ogni certezza e della normale routine. Decreto dopo decreto, conferenza stampa dopo conferenza stampa, restrizione dopo restrizione, eccomi qua: chiusa in casa. Dato che sono paurosa e molto ligia…..Io resto a casa, certo che resto a casa……dopotutto è vero quello che ho letto: “Ai nostri nonni hanno chiesto di andare in guerra e a noi chiedono di stare sul divano”.
Nel volgere di poche ore ho dimenticato di essere (stata) una storica dell’arte e mi sono ritrovata casalinga a 360 gradi. Le preziose ore di studio in biblioteca sono diventate accurate suddivisioni della biancheria in base ai colori per fare le lavatrici, seguita poi da un’attenta piegatura dei capi per cercare di evitare di aprire l’asse da stiro (in casa dal primo giorno di quarantena è stato vietato l’uso delle camicie); è ormai mia figlia a fare smart working, con il mio computer, mentre io mi perdo tra frullatori, farine e lievito di birra; mio marito ha preso possesso della mia scrivania mentre io mi dispero, urlo, piango e sento malinconia. Da quando è iniziata la quarantena non ho ancora messo il naso fuori dal portone di casa. Ormai la mia missione è: resistere fino all’arrivo della spesa Esselunga ordinata online a che mi viene continuamente ritardata, sopravvivere alle litigate dalle mie figlie e leggere. I libri sono la mia salvezza: non leggevo così tanto dai tempi delle spensierate vacanze universitarie e le ore di lettura mi riempiono di gioia e di libertà.
Giorno dopo giorno però il ruolo della casalinga inizia a starmi un po’ stretto. La cabina armadio è in perfetto ordine, in dispensa non c’è più nulla di scaduto, la libreria è stata ribaltata e risistemata in base ad altezze, temi e case editrici, anche i bottoni sono ora divisi per colore… sono stata bravissima ma, comunque sia, non sarò mai una casalinga perfetta.
Ecco che, giorno dopo giorno, sento sempre più forte il desiderio di trovare una routine, studiare e trovare le occasioni per approfondire.
Sento nostalgia della mia città. Vorrei attraversarla, percorrerla, continuare a scoprire nuove realtà, nuovi angoli, nuove storie.
E dato che ormai la parole virtuale rimbalza da un muro all’altro, dopo aver fatto aperitivi virtuali e lezioni di ginnastica in diretta Instagram, decido di prendere confidenza con questa nuova realtà. Può essere una buona occasione, un’ottima scusa per riprendermi un mio spazio, virtuale.
A modo mio: brevi passeggiate virtuali.
Ogni giorno con la mia fantasia uscirò di casa: inizialmente rimarrò nei 200 metri da casa (come impongono le regole) e poi piano piano andrò sempre più lontano…fino a tornare, un giorno, nella mia metropolitana che negli ultimi periodi mi ha dato tanta soddisfazione: ogni giorno sarà una storia, un racconto, un incontro (virtuale).
E alla fine del mio viaggio ripeterò quello che scrisse De Maistre nel 1790 nel suo “Viaggio intorno alla mia camera”: “Devo lasciarti, incantato paese delle mia fantasia, la mia camera. Proprio oggi alcune persone da cui dipendo pretendono di restituirmi la mia libertà come se mi fosse stata tolta. Essi mi hanno vietato di percorrere una città ma mi hanno lasciato il mondo intero”.
Giacinta Cavagna: Storica dell'arte, dal 2010 cura visite guidate alla scoperta della città di Milano e dei suoi capolavori, attraverso itinerari inconsueti.
Guida curiosa ai luoghi insoliti di Milano è il suo ultimo libro. Potete acquistarlo qui.
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